Recensione della quinta stagione di Cobra Kai: colpisce duro e non mostra pietà
È assurdo pensare che una soap opera sui dojo di karate per bambini rivali possa diventare una delle migliori serie di Netflix. Ancora, Cobra Kai La stagione 5 dimostra ancora una volta che il Il bambino del karate il follow-up si è guadagnato il suo posto come uno dei giganti dello streaming più forte contendenti. È una testimonianza del potere della nostalgia unita a una combinazione di scrittura forte e personaggi simpatici. Cobra Kai La stagione 5 colpisce duro, non mostra pietà e porta al finale di serie più forte che abbiamo visto finora dallo show.
La Valle è in subbuglio. Cobra Kai è ora sotto la guida di Terry Silver (Thomas Ian Griffith), un sensei pericolosamente squilibrato con un piano generale che va oltre quanto chiunque avrebbe potuto sospettare. Gli ex rivali Johnny Lawrence (William Zabka) e Daniel LaRusso (Ralph Macchio) non hanno altra scelta che lavorare insieme contro un nemico comune. Ma non saranno in grado di farlo da soli. Per sconfiggere Silver avranno bisogno dell'aiuto dei loro devoti studenti, vecchi amici e forse anche di uno o due nemici.
Con ogni stagione, la storia cresce, riportando volti familiari dal Il bambino del karate franchising durante lo sviluppo dei personaggi esistenti all'interno della serie. Quella che era iniziata come una semplice storia di due rivali d'infanzia che si adattano all'età adulta mentre affrontano i demoni del loro passato, si è lentamente trasformata in un melodramma più grande della vita con calci di karate. La quinta stagione non fa eccezione alla tendenza. La lotta per The Valley raggiunge nuove vette mentre il pericolo diventa più reale che mai.
Quinta stagione di Cobra Kai dimostra, ancora una volta, che i cattivi sono molto più interessanti degli eroi. Silver, proprio come John Kreese (Martin Kove), trasuda un viscido senso di giustizia che è supportato dalla sua capacità di mantenere le sue grandiose promesse e impegni. Attraverso la sua conoscenza e abilità nelle arti marziali e la sua infinita ricchezza, sembra che non ci siano limiti a ciò che può realizzare; come Batman se gestiva un dojo per bambini malvagi a Los Angeles.
Cobra Kai è riuscito a combattere la sfilza di 'requel' e riavvii per stare orgoglioso e vittorioso in cima al mucchio. Non mostra segni di rallentamento, con una storia in continua evoluzione che continua a salire a livelli nuovi e inaspettati. Certo, è banale, ma fa parte del suo fascino e non lo vorrei in nessun altro modo. Abbraccia la stupidità della sua premessa e incarna il tono spensierato del classico degli anni '80 mentre esplora questi personaggi da prospettive nuove e significative. Si tratta di accettare gli errori e i passi falsi del nostro passato. Riguarda il perdono, la famiglia e, sì, il karate. Il signor Miyagi sarebbe orgoglioso. 8,5/10
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